VIOLENZA FISICA E VIOLENZA ECONOMICA (di Lara Carrozzo)
Nell’affrontare il complesso tema della violenza sulle donne, spesso ci si sofferma su quelli che sono gli aspetti psicologici e fisici, perché di questa tipologia di sopruso si ha una cognizione immediata. Anche per come i mass media trattano tali argomentazioni, riducendo a pura cronaca nera ciò che ha invece una più vasta complessità. Ogni settantadue ore in Italia una donna viene uccisa da una persona di sua conoscenza; tre femminicidi su quattro avvengono tra le mura domestiche; il sessantatre per cento delle violenze carnali è commesso da un partner o ex partner.
Queste le ultime quattro donne uccise in pochissime ore che ricordo con umanità: Sonia Di Maggio, Piera Napoli, Heshta Luljeta e Ilenia Fabbri. Non so perché è così complicato proteggere le donne dalla morte in Italia, sovente per mano di chi le ha sposate e promesso eterno amore. Molto spesso ci si domanda perché all’interno di una situazione di violenza domestica la donna non denunci subito il proprio partner, perché non fugga senza pensarci due volte. Il motivo è semplice, queste donne sono strette da catene molto più potenti rispetto a quello che si possa pensare, le catene della violenza economica, che è invece subdola, molto spesso difficile da riconoscere. Ne sono vittime, allo stesso modo, casalinghe e professioniste, disoccupate e imprenditrici, giovani e meno giovani, indipendentemente dalle fasce di reddito e dalla classe sociale di appartenenza.
Sono numerosi gli uomini che chiedono alla propria compagna di smettere di lavorare, di restare a casa per accudire i figli, e occuparsi a tempo pieno del ménage familiare. Controllano in modo maniacale i guadagni delle proprie vittime e quanto spendono; obbligano a firmare documenti per ottenere prestiti dalla banca, mettendo in difficoltà la donna per il recupero delle rate. L’obiettivo di questi fraudolenti soggetti è quello di rendere la partner dipendente economicamente e psicologicamente dalla sua persona.
Certo, per l’uomo, l’idea che la donna possa essere potente quanto lui è difficile da accettare, l’autonomia fa paura, d’altronde è semplice assoggettare, il difficile è rispettare un essere umano per quello che è, indipendentemente dal sesso, perché la violenza nasce proprio nel germe della disuguaglianza.
A tal proposito, mi vengono in mente le parole dell’attrice Franca Rame, vittima di stupro: “Ancora oggi, proprio per l’imbecille mentalità corrente, una donna convince veramente di aver subito violenza sessuale contro la sua volontà, se ha la “fortuna” di presentarsi alle autorità competenti pestata e sanguinante, se si presenta morta è meglio. Un cadavere con segni di stupro e sevizie dà più garanzie”. Di sicuro le parole di Franca Rame sono molto dure, e molto attuali, perché, lo sappiamo, numerose sono le donne che non denunciano, perché sono ben consapevoli del fatto, che sul piano probatorio è complicato per una donna dimostrare le violenze subite, soprattutto se ci sono state anche violenze carnali.
Vi riporto le parole di una poesia di Nikita Gill: “Ogni qual volta l’uomo prende/dal corpo di una donna/senza il suo permesso,/manca di rispetto all’utero/da cui è nato,/contamina il luogo/che l’ha protetto/quando era più indifeso,/ profana il tempio/da cui ha iniziato il viaggio”.
Anche Papa Francesco si è espresso con parole significative per comprendere l’orrore dei maltrattamenti verso le donne: “Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna. Dal corpo di una donna è arrivata la salvezza per l’umanità: da come trattiamo il corpo della donna comprendiamo il nostro livello di umanità”.
Ad ogni modo, credo che sia che si tratti di violenza psicologica, fisica o economica, la cosa importante da combattere è alla radice dell’essere umano, che non comprende che la diversità è una ricchezza, e che nascere uomo o donna è una differenza che apporta valore all’interno della coppia, favorendone l’armonia. Come dico sempre nel mio progetto Rete d’azione femminile e maschile: LA DONNA È ARMONIA! Ma perché possa esserlo, bisogna curarla e proteggerla come un fiore, e non sradicarla come si fa con l’erbaccia.