Riflessioni sul Progetto Rete d’Azione Femminile e Maschile (per dire no alla violenza sulle donne), a cura di Salvatore Cipressa
Esprimo il mio ringraziamento alla prof.ssa Lara Carrozzo che mi offre opportunità di scrivere qualcosa su un argomento così delicato, fortemente dibattuto e purtroppo attuale: la violenza sulle donne e sugli uomini.
Il 25 novembre si celebra la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La celebrazione di una giornata non è abbastanza. Da più parti poi si propinano programmi televisivi su questo tema che purtroppo non sortiscono l’effetto desiderato, anzi sembra che fomentino la violenza.
Il progetto di Lara Carrozzo ha una novità rispetto agli altri progetti, evidenzia che a subire violenza non sono soltanto le donne ma anche gli uomini. Infatti il progetto è titolato: Rete d’azione femminile e maschile. Il progetto si pone dalla parte sia delle donne che degli uomini. Il desiderio profondo di Lara Carrozzo è quello di realizzare un “dialogo” tra l’uomo e la donna per ritrovare l’armonia. Ma anche di agire sul piano dell’informazione e della comunicazione per aiutare le persone in difficoltà e creare una rete tra istituzioni e cittadini.
Il Concilio Vaticano II, che ha messo al centro la persona umana, nella Costituzione pastorale Gaudium et spes al n. 10 afferma:
«In verità gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell’uomo. È proprio all’interno dell’uomo che molti elementi si combattono a vicenda». Sembra che il cuore dell’uomo sia un guazzabuglio in cui albergano il bene e il male. Dice Gesù:«L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda» (Lc 7,45). La violenza, quindi, si esprime attraverso gesti, parole, sguardi…
Non dobbiamo mai dimenticare che “la prima struttura ingiusta” di cui siamo direttamente responsabili è proprio il nostro “cuore”. Infatti è dal di dentro, cioè dal cuore dell’uomo’ che escono tutte le ingiustizie. Gesù afferma: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo» (Mc 7,21-23). Si rende perciò necessaria per tutti un’opera di purificazione del cuore, di conversione del cuore.
È necessario purificarlo e renderlo capace di amare, rimarginando le sue ferite.
Occorre perciò responsabilizzarsi e stabilire il giusto sia a livello di coscienza, sia a livello di struttura.
– A livello di coscienza perché l’ingiustizia è dentro l’uomo, nella sua insensibilità, nella sua ostinatezza.
– A livello di struttura perché l’ingiustizia prende corpo e forma anche nelle istituzioni: nella loro carenza, nella loro incapacità di venire incontro alle esigenze delle persone. Pertanto anche le istituzioni hanno bisogno di “fare rete” per realizzare il bene dell’uomo.
Per rimarginare certe ferite procurate dalle diverse forme di violenza non basta un “cerotto”. Le ferite procurate sul corpo, nella mente, nello spirito sono molto profonde e non basta una vita per rimarginarle.
Per costruire una persona ci vuole una vita, per distruggerla un attimo. Pensiamoci!